Luciano Greco

Conseguita la maturità classica con il massimo dei voti presso l’Istituto Salesiano di Soverato (Cz), si laurea in giurisprudenza presso l’Università “La Sapienza” di Roma nel 1993. Nel 1996 consegue l’abilitazione alla professione di avvocato, nello stesso anno vince un concorso a 23 posti di funzionario amministrativo e inizia la carriera direttiva presso il Provveditorato agli Studi di Cagliari. Nel 1999, prosegue la sua esperienza professionale presso il Provveditorato agli Studi di Catanzaro dove espleta funzioni direttive nel settore organici e mobilità del personale docente. È anche componente di alcune commissioni di concorso per soli titoli del personale ATA. Nel 2000 consegue l’abilitazione all’insegnamento di discipline giuridiche economiche. Dal 2002 al 2008 è revisore dei conti su istituzioni scolastiche dell?Emilia Romagna e della Puglia. Nel 2002 consegue la specializzazione triennale in diritto civile presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro, e sempre nello stesso anno è coautore della monografia “la dirigenza scolastica”, Casa Editrice GiuffrÈ. Nel 2003 e 2004, espleta funzioni vicarie nell’ufficio legale della Direzione generale di Catanzaro Nel dal 2005 al 2008 espleta nella Direzione Generale funzioni di consulenza legale a beneficio delle istituzioni scolastiche dell’intera regione Calabria. Dal 2008 a tutt’oggi, assume incarichi di revisore dei conti presso istituzioni scolastiche della regione Calabria. Nel 2009 dirige l?ufficio I della Direzione Generale di Catanzaro. Nel 2009, consegue a seguito di concorso indetto dal MIUR l’abilitazione alla dirigenza amministrativa presso uffici dell?amministrazione scolastica centrale e periferica. Nel 2010 dirige l?Ambito Scolastico Provinciale di Crotone. Nel 2011 è responsabile dell?Ufficio Relazioni con il Pubblico della Direzione Generale di Catanzaro. È collaboratore stabile della Rivista Rassegna dell?Autonomia Scolastica di cui cura la sezione normativa. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche nel settore scolastico. È relatore in numerosi corsi di formazione e aggiornamento su temi giuridico-legali nelle istituzioni scolastiche . È stato inserito in volume edito nel 2010 ?Non siamo fannulloni?, di 100 pubblici dipendenti che nei più diversi settori e con le piu? varie qualifiche, onorano la pubblica amministrazione, quella amministrazione che funziona senza fare notizia . Citazioni preferite una riflessione di un sociologo apparsa a gennaio 2002 sul Corriere della Sera sul concetto di ?Capo?. ?Ci sono due tipi di capi, di dirigenti, completamente diversi. Il primo è un leader vero, che vuole il comando per realizzare un fine, un progetto. Se gli affidate la direzione di una filiale della vostra impresa egli dedica tutto il suo tempo, e la sua creatività a renderla efficiente, a motivare i dipendenti, ad acquisire nuovi clienti e la fa prosperare. Se gli affidate una scuola cercherà di farne un modello didattico, motiverà gli insegnanti, susciterà entusiasmo fra gli allievi, e la porterà al successo. E si comporterà così a qualsiasi livello lo mettiate, anche a dirigere le ferrovie, le poste o la rai, perché si realizza nell?opera ed è felice quando questa si espande, fiorisce. L?altro tipo umano, invece, mira al potere, vuole solo dominare, apparire. Egli cerca la carica non per realizzare un fine, un progetto, ma per acquisire ulteriore notorietà, ulteriore potere personale. Se lo mettete, come l?altro a dirigere una filiale, dedicherà il suo tempo a fare favori ai dirigenti più elevati per ingraziarseli. Assumerà le persone raccomandate da personaggi potenti. Terrà contati con politici e faccendieri procurando loro buoni affari. Cioè si occuperà solo di chi potrà aiutarlo, in seguito, a raggiungere una posizione piu? elevata. Di come vada la filiale, la scuola, o l?impresa, o l?organizzazione che governa non gliene importa assolutamente nulla. Per il primo personaggio il potere è un mezzo, per il secondo un fine. Come potete distinguere l?uno dall?altro? Tenendo presente che l?essenza di una persona, la sua vera natura, è scritta nelle sue opere, nelle sue oggettivazioni.

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